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176 memorie storiche di arona

santuario. Intanto e per il difetto di sussidii, e, diciamolo pure, per l’indolenza dei deputati che non si curarono di provvedere ai bisogni, nè si ripararono le cappelle già costrutte, nè si proseguì la loro costruzione; cosicché quel santuario che si era intrapreso con tanto impegno e continuato col massimo calore sino all’anno 1745, cominciò a decadere, a col tratto successivo venne del tutto abbandonato, esposto all’ingiuria del tempo ed al deperimento. Io non posso osservare che con occhio di compassione e di dolore i diroccati avanzi e l’abbandono di un'opera che, portata regolarmente a termine, doveva segnalare in modo più eminente che non è, la patria, le azioni, e le beneficenze dell’incomparabile nostro Santo Concittadino. E qui potrebbesi senza scrupolo rinfacciare a chi fu causa di sì vile ignominia ciò che Cassiodoro a nome di Teodorico re degli Ostrogoti in Italia disse in una lettera ad Aloisio, cioè: «Che se è una bella gloria conservare le opere mirabili dell’antichità, è tanto più dovere di ristaurare quelle opere utili e deliziose che si hanno frequentemente sotto gli occhi».

Per la quiete che regnava in questi tempi a causa delle convenzioni intese tra le potenze dell'Italia superiore, che dava luogo a credere dovesse essere continuata, parve questo il momento propizio per dare cominciamento alle operazioni preparatorie del nuovo censimento delle terre nelle provincie cedute alla reale casa di Savoia, onde eguagliarle a quelle del piemonte. Un’operazione così lenta, e di tanta importanza esigeva alcuni anni per mandarla ad effetto. Generalmente essa cominciò nel 1758; ma in Arona la misura ebbe soltanto principio nel 1760 per opera del geometra Domenico Schiera delegato dal