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e del suo castello - libro ottavo 175

questo lago non è più giunto al segno delle prime sue escrescenze. Il paese eziandio acquistò molto coll’elevazione notabile che si operò in questi ultimi anni del piano antico delle inferiori contrade, e della piazza in vicinanza del lago.

Dal punto della riunione di questa provincia al Piemonte sino all’anno 1757 non si era più fatta alcuna riparazione alle cappelle del monte di San Carlo per mancanza di mezzi. In quest’anno, mercè l'introito delle oblazioni di tutto questo tempo di quiete, vennero alcune ristaurate; altre proseguite nell’erezione, e si sono anche riparate le strade e viali conducenti alle medesime. Il paese vedeva bene che la lontananza di chi doveva promovere la perfezione di quest’opera stupenda, era non piccolo ostacolo per trattenerla, e quasi sospenderla, e gli parve che lasciandosi dalla biblioteca ambrosiana di Milano l’ammi¬ nistrazione dei beni e delle rendite del monte con affidarle a chi era sul luogo, che per ragione di vicinanza e di maggior interesse patrio avrebbe sortito un effetto mi¬ gliore. Chiese pertanto il consiglio municipale di Arona dal Re che tale amministrazione fosse affidata ai Padri Cappuccini che stavano sul medesimo monte, e die da essi si promovesse l’opera dell’erezione delle cappelle che pendeva interrotta; ma o che vi ostassero le disposizioni del pio institutore, o che la biblioteca non abbia voluto dimettere questo suo diritto, la domanda non ebbe effetto; ed il pio stabilimento andò sempre decadendo; nè valsero le premure della deputazione dello stesso monte spiegate nel 1776, supplicando al re Vittorio Amedeo III qualche assegno sui beni della soppressa compagnia di Gesù, con cui proseguire la fabbricazione delle cappelle di quel