Pagina:Memorie storiche di Arona e del suo castello.djvu/187


e del suo castello - libro ottavo 173

si potessero recare i padroni ed i coltivatori sull’una e l’altra sponda con assoluta libertà: che i sudditi del re avessero facoltà di estrarre dal ducato di Milano una data quantità di granaria distribuibile sulle comuni lacuali dell’alto Novarese. Sia che il territorio di Arona venisse considerato come più ubertoso in granaglie di quello delle altre comuni, sia che avesse maggiori mezzi di sussistenza, non fu messa a parte di quest’ultima concessione: in fine questo trattato assicurò all’una coll’altra sponda le relazioni commerciali che già da prima esistevano, e provvide ai bisogni che l’una dall’altra esigevano. Tale divisamento in ordine massime all’importazione delle granaglie venne molto propizio nel successivo anno in cui l’alto Novarese scarseggiò nei prodotti per le intemperie occorse; vi supplì però ben tosto l’abbondante raccolto del 1755 in tutti li cereali, e molto più nelle uve, talmente che il vino è stato venduto a vilissimo prezzo; ma una terribile epidemìa manifestatasi in Angera, indi diramatasi in Meina, ed in Lesa, per cui moriva un insolito numero di persone per una forte emorragìa di sangue, e ristagno al capo, non lasciò campo a conoscersi il vantaggio degli ubertosi raccolti di quell’annata, e pose in guardia il governo di Arona, che ha fatto sospendere per due volte il mercato, e proibì severamente la comunicazione con dette comuni; ma col finire del mese di agosto cessò il morbo, che venne dai fisici attribuito all’abuso del vino, ed all’eccessivo calore della stagione1. Si suole poi comunemente dire che ben difficilmente accadono due consecutive annate di abbon-

  1. Simile malattia si è pure manifestata in Arona e contorni nel 1834, annata egualmente abbondante di generosi vini, e caldissima nella state.