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e del suo castello - libro ottavo 167

locale di Arona, o per la consuetudine a poco a poco introdotta dai Gesuiti, dai notai, e dalle persone del foro, le quali per lo più erano milanesi, e recando da colà le abitudini, gli stili e le formole, col volgere d’anni le hanno poi qui dall’uno nell’altro trasfuse ed introdotte nella stipulazione degli atti e nelle formole dei giudizii. Il giudice chiamato coll’antico nome di commissario, ritenne l’antica sua giurisdizione, che comprendeva i comuni di Mercurago, Dormello, Comignago, Gattico, Agrate, Revislate, Bogogno, Suno, Borgoticino, Cressa e Veruno. In seguito, cioè nel 1756 è stato destinato un altro magistrato che eserciva la sua giurisdizione unicamente sul solo ramo gabellario separatamente dal giudice ordinario locale. Si attribuiva a questo magistrato il titolo di vice-conservatore, che era dipendente dal conservatore della provincia, ossia dall’intendente della medesima.

La riforma delle finanze ebbe ad effettuarsi più presto che il sistema giudiziario, onde non frapporre incaglio nel commercio, primaria sorgente della sussistenza di Arona e dell’alto Novarese. La semplicità con cui vennero riformate le finanze, e le esenzioni concesse all’alto Novarese per l’introduzione delle merci provenienti dall’Olanda, dalla Svizzera e dal Genovesato, sì per il transito, che pel consumo nella provincia, e la moderazione dei dritti di dogana imposti, animarono di modo il commercio di questo paese e del circondario, che ben presto risorsero, ed Arona aumentata dal concorso di molte famiglie, che allettate dal vivo traffico che vi fioriva, si stabilirono in questa piazza, divenne in poco tempo un nobile emporeo di ogni sorta di mercanzie estere e dello stato.

Restavano pure a ridursi sul piede del piemonte il cen-