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e del suo castello - libro settimo 161

opinione, che l’abbandono dei lavori di questo Monte sia ascrivibile alla sovraccennata mutazione di Stato, e si ritiene invece che sia dipenduto dal raffreddamento della carità in chi si era assunto di contribuire ai mezzi. Un raffreddamento è cosa troppo naturale dopo il trascorso di un secolo e più; ma è altresì innegabile che la mutazione di governo vi abbia più di tutto contribuito. La maggior parte dei benefattori stava sul ducato milanese, ed era perciò natural cosa che da questo Stato dovevano venire gli artefici, i materiali di fino lavoro, ed il danaro stesso, per l’introduzione delle quali cose in questi dominii era necessario l’uniformarsi alle leggi politiche e gabellarie de’medesimi, dovecchè prima della mutazione dello Stato tutto era libero, quindi dovevano nascere incagli, maggiore dispendio e maggiori difficoltà; e poi si sa che è per natura ritroso l’animo nello spendere danaro per opere pubbliche là dove non è dato di portarsi con libertà e di goderne.

In luogo del predetto Giovanni Stefano Rocca di Castelvecchio, morto sui primi di aprile 1740, venne alli 2 di giugno successivo nominato a governatore di Arona e del forte don Diego di Portogallo, conte della Puebla. Governò questi sino all’ottobre 1743, in cui passò a miglior vita, e fu l’ultimo governatore fra i tanti che tennero in comando questa fortezza sotto la dominazione delle originarie potenze, a cui questa provincia ha sino a questo punto obbedito.

Ad onta delle poco fa narrate conclusioni di pace, si ebbero dall’anno 1740 al 1743 continui rumori marziali; presidiato e munito il Castello; continui arrivi e partenze