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don Nicolò Vela, successo al predefunto Pozzi nel 1728, prese tutte le opportune misure per una vigorosa resistenza, ed obbligò la comune a somministrargli duemila lire in danaro, oltre ad una quantità di generi, mobili, ed attrezzi. Ma per buona sorte Arona non venne molestata, sebbene fosse in continuo timore. Passata questa fortezza nel successivo anno 1734 sotto il comando del governatore don Giovanni Stefano Rocca di Castelvecchio, pendenti ancora i timori d’assedio, sostenne col massimo rigore la disciplina militare, quando sul finire del 1733 furono sospese le ostilità nel ducato, attesi li preliminari di pace segnati in Vienna alli tre di ottobre, ed essendosi poi alli otto di ottobre del 1738 conchiuso in Vienna stessa il definitivo trattato di pace, la guarnigione di questo luogo è stata rimessa sul piede di pace, e si sono vendute all’asta pubblica le provvisioni della piazza.

Questo momento di tregua diede luogo alla continuazione con qualche impegno della fabbrica delle cappelle sul monte di san Carlo negli anni 1756 e 1757. La prima e la seconda furono portate a termine; e non è ancora spenta la memoria negli attuali viventi di avere veduta la prima ornata delle statue rappresentanti la nascita di san Carlo; e quest’opera meravigliosa per la varietà ed eleganza dei disegni, per la amenissima posizione, e più pel grande soggetto che doveva rappresentare, sarebbe forse stata in breve condotta a buon fine, se la vociferazione dello smembramento di questa provincia dal ducato di Milano, non ne avesse di nuovo intiepiditi gli animi, e fatto sospendere le offerte gratuite che si facevano per la medesima. L’autore delle Memorie intorno al sacro monte e colosso di san Carlo, pubblicate nel 1823, non vuole deferire alla