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che di arrivi e partenze di truppe, di occupazioni di case, e perfino lo stesso ospitale affittato al ducato per l’alloggio d’ufficiali e soldati, de’quali il paese ed il forte ne alloggiarono per lungo tempo circa tre mila. Il principio del secolo XVIII non fu meno torbido e meno guerriero. Suscitatasi tra l’Austria e la Francia la guerra detta di successione per la morte di Carlo II ultimo re di Spagna del ceppo Austriaco1,continuò tanto in Arona che nel Castello una numerosa guarnigione. Tutti i posti erano rigorosamente guardati dalle truppe spagnuole che visitavano con accuratezza tutte le persone che entravano nel paese ed esigevano i passaporti: circolavano continuamente pattuglie; obbligavansi i barcaiuoli ad approdare nel solo porto, ed aprivansi e chiudevansi gelosamente le porte del paese a ore fisse2. Queste rigorose precauzioni eransi adottate sulla vociferazione sparsasi di una vicina discesa delle armi francesi in Italia, che si verificò nell’anno 1706, reggendo la Francia Luigi XIV. Cessarono però i timori dal momento che il duca d’Orleans di lui capitano generale venne forzato nelle sue stesse linee sotto la città di Torino dal re Vittorio Amedeo li e dal principe Eugenio di Savoia alli sette di settembre di detto anno, e furono costretti i francesi a riconcentrarsi, ed abbandonare le operazioni che avevano intraprese in Italia. Passato poi per le successive vicende il ducato di Milano dalla casa di Spagna in quella di Giuseppe I imperatore de’Romani, questo castello venne immediatamente occupato da numerosa guarnigione austriaca, ed approvvisionato come se si trovasse in istato d'assedio.

  1. Sismondi succitato, tom. XVI.
  2. Ciò tutto ricavasi dagli ordini emanati dal governo dell'anno 1705 il cui MS. in lingua spagnuola sta presso lo scrittore.