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e del suo castello - libro settimo 155

e colle Confraternite. Durò costantemente l’osservanza di questo voto sino all’anno 1775, in cui dovette cessare per le prescrizioni del regolamento 6 giugno dei Governo del Piemonte, che vietava ai pubblici di spendere danaro per funzioni non necessarie.

Il fatto di questo scoppio ha determinato il castellano e governatore Vismara a non più abitare nel castello, e ne venne al municipio il carico di provvedere d’alloggio questo, e li successivi governatori nel paese, essendogli sin d’allora stata destinata una delle case di ragione dei conti Borromeo che sta dirimpetto alla chiesa e monastero della Visitazione, la quale servì poscia per tutti gli altri successori nel governo. Da questa traslocazione venne poi un altro carico al municipio, cioè di presentare al governatore nella vigilia di Natale sette pezze di Spagna di argento a titolo di onorario, ed altre tre agli aiutanti di piazza per titolo di regalia, oltre ad un’altra esigenza, che il governatore praticava dai macellari per titolo di riserva delle lingue delle bovine. Tali costumanze col volger d’anni sono passate in obbligazioni, e la loro attività fu impreteribilmente osservata, restando però ancora ignoto il motivo che abbia dato luogo alla loro introduzione, potendosi ben accertare, che fino a tanto che li governatori abitavano sul forte, non erano in uso siffatte indirette contribuzioni.

Dalla cessazione del comando del governatore Vismara sino al governo di don Sebastiano Castilione vi fu di mezzo un altro governatore, cioè il maggiore Giuseppe Marliani milanese. Non possiamo rivelare ai nostri concittadini alcuna memoria degna di fede nella storia che sia avvenuta sotto il comando di questo governatore, la cui durata