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questo modo l’umanità sofferente quel regolare soccorso di carità, che anche dato alla rispettiva casa non può, per la concorrenza di tante cause, produrre i benefici effetti come quello amministrato sotto gli occhi di una direzione e con un regolare sistema.

Arona ed il suo forte nell’anno 1675 erano comandati dal maggiore Vismara spagnuolo, investito dal feudatario alli 18 febbraio di questo medesimo anno. Accadde sotto il comando di questi un fatto meritevole di ricordo per le mutazioni che ha portato circa l’ordinario di lui alloggiamento. Eccitatosi nel giorno nove di luglio di questo anno un furioso temporale, che portò il folgore in un magazzeno del castello pieno di polvere, posto in faccia al paese, scoppiò con terribile fragore e come scossa di terremoto, portando le rovine nel sottoposto borgo con qualche danno delle case, senza però che nè le sentinelle del castello, nè persona alcuna di Arona sia rimasta offesa. Esiste una memoria di questo fatto nella pittura in tela che si vede nel piccolo oratorio della B. V. detto sotto Rocca, che era in prima l’antica porta Bruna, stata chiusa, come si disse, nell’anno 1645 in occasione delle fortificazioni esteriori al paese. Ci dimostra inoltre questa tela la foggia degli abiti usati in quei tempi dalle autorità costituite e dal popolo. I religiosi nostri padri attribuendo in questa occorrenza la prodigiosa conservazione di Arona al particolare patrocinio di san Zenone, ohe cade appunto nel giorno nove di luglio, tramandarono alla posterità la memoria di questo fatto con solenne voto per oblazione di cera da farsi in ogni anno in tale giorno alla chiesa di san Carlo sul monte dai deputati della comunità che vi sì recavano processionalmente coll’Arciprete, Capitolo e Clero,