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memorie storiche di arona |
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persona di cui non possiamo dispensarci dal farne onorata menzione e per la serie dei fatti rimarchevoli occorsi pendente la di lui vita, e per il bene che procurò alla patria
coll’opera sua e colle sue morali virtù. Compita ch’egli ebbe la carriera degli studii letterarii, ed ascritto agli oblati dei santi Ambrogio e Carlo, dalla parrocchia di san Vittore e quaranta Martiri di Milano, a cui era stato nominato, si trasferì nel 1629 alla collegiata di questa sua patria, di cui fu il secondo arciprete. Dopo di avere in sollievo
dei poveri e degli affetti dalla peste consumata generosamente la miglior parte del suo patrimonio, ed appena cessata la guerra, si determinò nell’anno 1643 di mandare ad effetto il pensiero già da lunga pezza concepito di stabilire un monastero di Cappuccine nella sua patria; e perciò colle considerevoli elargizioni della contessa Isabella d’Adda Borromeo, vedova del conte Carlo, e per il favorevole permesso che riportò dal cardinale Cesare Monti, arcivescovo di Milano, invitò la nobile dama del Mondovì Virginia Alardi, e la mise a capo di questa nuova colonia, cui diede per primo ricovero la di lui casa paterna, che
è situata sulla piazza di san Graziano dirimpetto al già collegio della Purificazione; e stettero colà le religiose sintanto ohe nel 1647 vennero trasferite in un’abitazione
vicina alla chiesa della Ss. Trinità e santa Marta, in quel tempo tenuta dalla confraternita di tale titolo, in vicinanza del palazzo della casa Borromeo, locale a cui in quell’epoca
davasi il nome di convento di san Bernardino. Queste religiose benché situate vicino alla detta chiesa, di quella però non potevano prevalersi a motivo che il loro instituto
portando ritiratezza e raccoglimento, era loro d’incomodo doversi trasferire dal monastero alla chiesa perle ufficiature.