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e del suo castello - libro settimo 147

non meno che del secondo erettosi dai Cappuccini sul monte di san Carlo, non esiste più alcun vestigio indicante l’uso per cui sono stati costrutti, vedendosi il primo quasi tutto demolito e ridotto il terreno a coltura; del secondo, dopo la soppressione indi seguita di quella religione, se ne fece un casino di diporto, essendosi atterrato tutto ciò che indicava la struttura claustrale, eccetto il grande cinto esteriore, servibile tuttavia alla sicurezza del luogo.

Non è da omettersi, che essendo state occupate da queste nuove opere di fortificazione centoventi pertiche di terreno proprio del collegio dei Gesuiti e di vani particolari del paese, che era soggetto alla decima parrocchiale, insorse dà una parte l’arciprete rappresentando al senato di Milano nel 1649 di essere stato danneggiato in annue lire duecento cinquantadue, verosimile importo dei frutti di decima dei terreni occupati, e ne pretese l’indennizzazione. Dall'altra parte i Gesuiti e gli altri particolari chiesero il pagamento del prezzo dell’occupatogli terreno e la deduzione dalle tavole dell’estimo censuario; ed il senato previo voto del fisco riservò all’arciprete la ragione di conseguire dai proprietarii un abbuonamento sul capitale prezzo dei terreni ceduti, ove li stessi possidenti lo avessero dal principe conseguito. Seguì infatti nel 1657 il pagamento d’indennizzazione ai proprietarii e la contemporanea deduzione del censimento, ma non risulta se l’arciprete abbia conseguito da questi il corrispettivo delle sue ragioni; si ha però luogo a credere che ciò sia avvenuto, perchè non ne ha più mossa dimanda.

Reggeva a questi tempi l’arcipretura di Arona l’oblato Graziano Ponzoni, nato in Arona stessa da Giovanni Battista Ponzoni e da Lucia Fossati alli 12 di marzo del 1610;