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già di là sii uscito gente per tal effetto in queste parti. Vera insania prodotta dal timore dell’imminente pericolo, e che il tempo solo, ed il progresso delle cognizioni hanno poi chiaramente dimostrata ! Ma ad onta di ogni precauzione, e tuttoché la tradizione popolare ne dica in contrario, sebbene tardi, penetrò anche in Arona il contagio. Il territorio in pria, il paese di poi, ed in fine il presidio della Rocca sono stati attaccati. I primi casi indicati dai libri dei decessi della parrocchia cominciano col 24 di settembre, e non oltrepassano il primo di novembre, e sono in poco numero i deceduti ora del territorio, ora del paese promiscuamente; ma una lacuna di tre facciate di quel registro, che va a raggiungere il mese di febbraio del 1631 mi fa ragionevolmente credere, che molti altri casi siano avvenuti, e che la loro frequenza e quantità non abbia dato tempo al parroco di farvi le annotazioni; e concorre anche a provare questo pensiero la forte spesa sostenuta dal municipio in questo terribile frangente, per cui ha dovuto contrarre più capitali debiti, appunto come dicono gli atti relativi, per soccorrere il presidio della Rocca infetto dalla peste1; ma più sventurati di Arona rilevo che siano stati i paesi che gli stanno d’intorno. Le comunità del Vergante in particolare furono aspramente trattate. Vezzo, Carpignino, e Brovello rammentano ancora al dì d’oggi fatti funestissimi arrecati da quel flagello. Si incontra bene spesso per quelle terre qualche immagine o capella dedicate a san Sebastiano ed a san Rocco. Il paese di Invorio Inferiore fu esso pure ben bene battuto ; ed al presente ancora alla

  1. Istromenti del notaio Manino de’mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile e dicembre 1631 pel capitale di lire 12 mila e più.