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e del suo castello - libro settimo | 143 |
per ottenere la pulizia e salubrità del paese, per soccorrere alla mendicità, e per provvedere al bisogno in caso che, fosse venuto a manifestarsi il contagio. Il territorio pure si fece sorvegliare per mezzo di un corpo di quarantadue guardie armate poste ripartitamente ai capi delle strade che mettono ad altri paesi, e particolarmente ai siti, della cascina Canterana sopra li sassi verse il fine del bosco del Cicognone. Alla cascina de’Balestrini (ora chiamate del Vetriaro) di là del fiume Vevera dove è la strada che viene da Oleggio, e Paruzzaro. Al Doneghino, quale è sopra la costa di Mercurago. Alla costa della Bolla, quale è nel confine de’boschi della comunità di Dormello. — Dalla parte del lago le mura, e la custodia di tutti i porti facevano sufficiente barriera ; così il paese era e nel suo circuito, e sui confini del territorio diligentemente custodito. Si provvide altresì per il lazzaretto, e venne situato al luogo chiamato il Prato Nuovo sul territorio di Mercurago, difeso all’intorno da profonda fossa e provvisto di quindici capanne per asilo degli appestati1 ed inservienti, ai quali davasi il titolo di monatti, e ve ne erano di due sorta *, cioè monatti netti e monatti brutti ; in fine non è stata omessa premura, o spesa.
E qui pure egualmente che in Milano, come accenna Manzoni2, era invalso il pregiudizio ed il timore delle unzioni in guisa che nell’ordine del giorno de’17 luglio restava fortemente raccomandato alle guardie di sorvegliare accioché nelle campagne, et cascine non sii usato di quelli maledetti unti pestiferi siccome si ha avviso da Milano, che