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e del suo castello - libro sesto | 137 |
e morì nella casa dello stesso monte che esiste ancora presentemente al sinistro lato prima di ascendere al seminario. Si accennò poc’anzi che il Cardinale Arcivescovo avesse chiamato a concorrere nella spesa di questo Santuario Principi, Università e Corpi che si prestarono al suo invito. Di ciò fanno prova le seguenti epigrafi in sasso state infisse per lungo tempo esternamente dalla parte di ponente delle due prime cappelle del monte. Nella prima si leggeva:
D • O • M •
DIVO • CAROLO • PASTORI • VIGILANTISSIMO
VNIVERSITAS • NVMVLARIORVM • MEDIOLANENSIVM
LAPIDEM • HVNC
A • FED • CARD • BORROMEO • ARCHIEP • BENEDICTVM
P • D •
III • NON • OCT • ANNO • MDCXIX •
Nella seconda, che tuttora esiste, sta scritto:
D • O • M •
D • CAROLO • PASTORI • SACRO
ARGENTAMI • TRANSALPINI
D • D •
IV • NON • OCTOB • MDCXX
In questo incremento di cose nulla di più premeva al Cardinale che la formazione del colosso, che doveva nobilitare e rendere ammirabile alle vicine e lontane nazioni questo Sacro Monte. Chiamò quindi i due valenti artefici Siro Gianella di Pavia e Bernardo Falconi di Lugano, i quali vi posero pronta mano sul disegno di Giovanni Battista Crespi detto il Cerano, di nazione Novarese, pittore di grido; e certamente quest’opera incomparabile sarebbe stata sollecitamente condotta a fine, se per causa della peste spiegatasi nell’anno 1629, e dilatatasi nel ducato di Milano, non si fosse necessariamente nel successivo anno 1630 dovuto sospendere il lavoro del Monte e la formazione