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innocenti, che attrae meritamente l’incessante ammirazione degli eruditi. È divisa questa tavola in sei spartimenti adorni di ricco intaglio in legno dorato. Nel campo di mezzo che è il più grande vi è la nascita del Redentore, che seduto sopra di un cuscino viene circondato dalla Vergine, che sta genuflessa amorosamente guardandolo, da san Giuseppe e da due angeli, posti tutti in gentili atteggiamenti. Nello spartimento del lato destro vi sta santa Caterina, e santa Barbara ; al di sopra li santi Ambrogio, e Giorgio; nel campo sinistro san Martino e san Gerolamo in abito cardinalizio; al di sotto san Gaudenzio e san Pietro martire; in alto vi è il Padre-eterno con due angeli che stendono un nastro. Finora sono state vane le ricerche per sapere la provenienza di questo quadro alla chiesa, e solo volevasi che la figura di donna genuflessa, che vedesi nel campo sinistro, fosse la divota che avesse fatto dipingere o donato il quadro. Ravvolgendo io però le carte del patrio archivio notarile ritrovai l’istromento di convenzione che fece la comunità col suddetto pittore per la dipintura di detto quadro, e due altri di seguito di confessione del ricevuto prezzo in ducatoni centocinquanta1 così non v’ha dubbio che noi possediamo uno de’migliori parti di quel celebre pennello, benché vorrebbesi ancora da alcuno dubitare che tale veramente lo sia, appoggiati al Gaudentius Vintius pinxit, che leggesi nel basamento della cornice2 ma bisogna essere di ben limitato criterio per non confessare che questa inferiore pittura è di pennello totalmente diferente e di molto minor pregio del restante; che nulla

  1. Istromenti 25 febbraio 1510 e 5 giugno e 26 luglio 1511 rogati Bartolomeo Caccia.
  2. Gaudenzio Bordiga.