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e del suo castello - libro sesto 127

Sposalizio; l’Annunzio dell’Arcangelo; la Visita a Santa Maria Elisabetta; la Nascita di Nostro Signore; l’Adorazione dei Magi. Porta la vôlta superiore altre non meno stimabili pitture a fresco indicanti i quattro grandi profeti. Il Salvatore che assolve l’adultera; la morte di Maria Santissima; la sua Assunzione al Cielo, e la di lei Coronazione. Opera di Carlo Panfilo è il quadro in tela sovrapposto allo stallo principale del coro, che figura l’immacolata concezione col Cardinale benefattore genuflesso a suoi piedi. Merita poi l’attenzione degli eruditi il fresco del Montalchi che sta sul frontespizio della mensa dell’altar maggiore indicante Gesù deposto dalia croce compianto dalla madre e da pie donne. L’espressione di queste figure a chi bene le contempla, è di una naturalezza che soddisfa; ma il più -«singolare e studiato atteggiamento è quello di san Giovanni in atto di bacciare i piedi di Gesù: appare indubitatamente da questa figura, che l’autore non sapesse ove collocare questo santo, ed il modo con citi lo dispose, cioè tra l’urna e Gesù, fanno chiaramente vedere la felice immaginazione del pittore. È veramente una fatalità che questo fresco sia collocato in un luogo in cui difficilmente viene ad essere portato all’occhio del pubblico. Nei due campi laterali al presbiterio Federico Zuccari dipinse in fresco un che di consimile della rappresentanza della mensa coll’aggiunta di quattro Angeli e di san Bernardo genuflesso avanti il Redentore, è nell’altro campo si vede dipinto san Bernardo, che scrive sulle grandezze di Gesù e di Maria, cui sta contemplando, e questo è pennello di Cesare Nibbia. Il più pregiato dipinto però di questa chiesa è la famosa tavola di Gaudenzio Ferrari che sta collocata sull’altare della capella detta degli