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e del suo castello - libro sesto 121

quasi tutta la Lombardia, alla quale costò il sacrificio di innumerevoli vittime, ed alla sola Milano, al dire del Besta1 , di diecisettemila e più abitanti coll’ingente spesa di un milione e mezzo. Ci narra questo scrittore, che dei paesi del lago Maggiore più vicini ad Arona, oltre a Paruzzaro, siano stati infetti dalla pestilenza Baveno, Graglia e Massino; e quantunque Arona fosse situata nel mezzo del pericolo, pare che siasi prodigiosamente preservata, non trovandone alcun cenno nei documenti pubblici e privati. I nostri maggiori attribuendo un tale fatto alla protezione dei santi Fedele e Carpoforo, le di cui ossa in quel medesimo anno sono state da san Carlo concesse al paese, vollero perpetuare la memoria di tale successo inserendola nell’atto di solenne voto fatto per la festa del giorno tredici di marzo.

Ad onta dei narrati sconvolgimenti e delle onerose imposte, che ne sono per lo più la certa conseguenza, fioriva a questi tempi in Arona lo spirito della vera pietà animato dalle eroiche azioni di chi reggeva, cosicchè oltre alla compagnia dei Disciplini che già esisteva sino dal 1484, cangiatisi poi in confraternita di santa Marta, venne sotto il 15 di maggio del 1582 da san Carlo eretta nella parrocchiale chiesa di Santa Maria l’altra confraternita del Ss. Sacramento, che prese l’abito color ceruleo, a cui venne incorporata la scuola di san Giuseppe che esisteva sino dal 15242:, ed in novembre del 1584 si stabilì la compagnia detta del Rosario, e poco distante da questa

  1. Besta Giacomo Filippo autore contemporaneo della narrazione del successo della pestilenza del 1576.
  2. Vedasi testamento di Petrina Zerbi 21 giugno 1524, rogato Gabriele Annoni già citato.