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e del suo castello - libro quinto 109

che pendenti le questioni del curato coi Gesuiti ed i particolari, non si corrispondeva la decima al parroco che la contendeva ai Gesuiti, nè tanto meno si pagava ai Gesuiti sul dubbio di doverla pagare doppiamente; onde questi si determinarono di lasciarla al parroco, come difatti nell’anno 1599 la rinunciarono pienamente a favore del curato Del Maino e della comunità, entrambi concorsi al pagamento del prezzo d'acquisto 1. Il concorso della comunità nel prezzo di tale acquisto fu probabilmente per aiutare la porrocchia, che inallora era assai povera di reddito.

Rimaneva al parroco di Arona di togliere di mezzo un diritto che competeva ai curati dì Angera per antica convenzione coi monaci Benedettini dipendentemente da una prestazione cadente sopra certi fondi denominati in Cumiasca ed Oriolo nel territorio di Arona, dell'origine della quale prestazione non si ha documento o memoria, quale diritto comecchè lesivo all'integrità della decima parrocchiale fu lungamente contestato, e portata in grado di appello la causa avanti la ruota romana, ove vertì trentun anni, si è alla fine transatta coll’istromento 27 settembre 1697 rogato Marinone in questi termini, cioè che il parroco (che in tale epoca era l’arciprete Masera) pagasse per l’acquisto di tale diritto per una volta tanto al curato di Angera Stefano Raulo lire trecento imperiali da impiegarsi in favore della parrocchia, ritenuta dai curati di Angera la sola prerogativa inerente al suddetto diritto

di portarsi in Arona a celebrare i primi e secondi vesperi e la messa cantata di sant’Eusebio nella chiesa altre volte

  1. Istromento giudiziale 12 maggio 1599 ricevuto Soardi.