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tutte le aperture delle case a quella piazza adiacenti erano costrutte a foggia di botteghe; ed a così opinare ci induciamo anche dalla particolare denominazione di mercato di san Graziano, dalla ragione che vi aveva od almeno che vi pretendeva il monastero dei Benedettini1, e che non essendo allora per anco cinto il paese, nè costrutto il porto, quella piazza in cui si fa presentemente il mercato non doveva essere che una spiaggia disadatta all’esercizio di quello, poichè l’ala di case che mette piede nel lago non era ancora fabbricata, quindi esposto quel littorale ai flutti ed alle escrescenze del lago stesso. L’uso di preferenza a favore degli abitanti di Arona e di quelli dei comuni del Vergante, indicato dalla esposizione di una banderuola, durante la quale nessuno, fuorchè i suddetti, può comperare sul mercato alcuna cosa, è una conseguienza delle convenzioni intese allorchè è stato il mercato di Lesa concentrato in quello di Arona; e questa pratica venne suggerita dalla necessità. Fino da quei tempi la piazza di Arona, come al presente, provvedeva le vettovaglie ai paesi superiori del Verbano: non potevano gli esteri provveditori che essere solleciti più dei locali e dei più vicini di loro a fornirsi sulla piazza del bisognevole, attesa la stretta necessità di averlo, ed il pronto e maggiore cammino che dovevano fare per recarsi ai loro paesi; questa necessità li obbligava a pagare anche le vettovaglie a qualche maggior prezzo di più degli altri, e con ciò avevano dai venditori la preferenza. Ecco donde derivò la necessità di adottare la regola della bandiera, per arrestare cioè la cupidigia dei concorrenti forestieri, ai quali un’assoluta libertà avrebbe

  1. Sentenza succitata in pergamena 14 settembre 1173 nell’arch. Borromeo.