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e del suo castello - libro quarto 93

del 1605 per attestazione di sette notai di Arona, che ne hanno concordemente affermata la verde osservanza. I documenti posteriori da me esaminati, tranne del già citato delli 26 giugno 1679, non ne fanno più verun cenno1; alcune usanze però o diritti rimasti molto tempo dopo, pare che ripetano la loro origine dai detti statuti, come per esempio quello del pagamento di una somma


    et ejus fili sint , et permaneant boni vicini, fideles, et obbedientes dieti communi, et statutis et ordinibus suis Aronæ. Il più specifico però è un atto del consiglio 8 marzo 1587, che tratta di prestare al commissario del paese (ossia al giudice) , che gliene fece richiesta, il volume di questi statuti, per servirseno per diverse cause et ragioni; ed il consiglio si scusò di non poterglielo dare perchè trovavasi assente il notaio Giacomo Caccia, presso del quale stava lo statuto. Questa dichiarazione concorre a provare la verità di quanto lo stesso notaro Giacomo Caccia attestò a piè della copia dello statuto che esiste nell'archivio municipale, cioè penes me existente. Un altro documento del 26 giugno 1679, che è un libello dato dalla comunità al commissario di Arona per impedire che un certo Malcotto di Arona eseguisse un’opera in un sito pubblico, e si faceva con esso istanza non licere dicto Malcotto, neo cuicumgue alii similia impedimenta apponere, procedenda etiam ad pœnam jam incursam ad formam statutorum, et ordinum in contrarium disponentium; neo non ad formam privilegiorum dicta communitatis qui exhibentur..... Infatti il commissario ingiunse il Malcotto a togliere l’impedimento ed a non apporne altro absgue specia lilicentia dictor communitatis. Gli atti dei privilegi concessi dai Borromei o dai duchi di Milano ad Arona, che si trovano uniti al volume degli statuti, nominano in più luoghi gli statuti medesimi. Nel primo, in data del primo aprile 1466, dei conti Giovanni e Vitaliano, al capo II dicesi: prout disponitur ex forma statutorum dictæ communitatis Aronæ, et factum et creatum est per tempora præterita..... E nel seguito di detta patente nomina ancora gli statuti, così dicendo: Et hoc præsens meum decretum cum capitulis et responsionibus suprascriptis inseri et describi in volumine aliorum statutorum dieti burgi mei Arona faciant; in quorum etc.

  • Il Giureconsulto Ploto, nel consiglio 17, n.° 32, cita, così dicendo, questo statuto: Eliam guod..... habeat stututa separata disponentia, quod deficientibus statutis Arona, recurratur ad jus romanorum. Questo legale scriveva l’opera sua nel principio del 1600. Vedasi anche l’Alciato nel consiglio 77, che nomina lo statuto locale di Arona in termini specifici.