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concedere alla città di Cuneo un vicario generale, con autorità di provvedere in spiritualibus in un modo però limitato e giudicare le cause ecclesiastiche, purché dal giudicato di detto vicario, si potesse appellare al vescovo di Mondovì od al suo vicario generale.
Questa provvidenza sortì il suo effetto sino all’erezione del nuovo vescovado di Cuneo.
Fece monsignor Calagrano la visita pastorale della sua diocesi, e convocò il Sinodo diocesano che fu il primo di cui siasi conservato memoria. Fu dato alle stampe il 5 ottobre 1495 da Lorenzo de’Vivaldi, religioso del terz’ordine di S. Francesco in Mondovì, piano della Valle, uno dei primi luoghi del Piemonte in cui siasi esercitata l’arte tipografica.
Queste costituzioni Sinodali si trovano in disteso fra i documenti raccolti dall’abate di S. Cristina, nella sua storia della chiesa di Monteregale.
Non durò che pochi anni il governo vescovile del Calagrano avendo pagato alla natura un troppo immaturo tributo nell’ultimo giorno d’agosto 1497.
Fu sepolto nella sua cattedrale ed in una cappella fatta da lui edificare. Il suo sepolcro era decorato di lapide e di statua, ma nella traslocazione della chiesa cattedrale dal luogo dove era, cioè nella cittadella, a quello in cui trovasi il presente, si smarrì e statua ed iscrizione e si crede che siano state sepolte sotto le fondamenta della nuova cattedrale.
Questo Vescovo aveva un fratello per nome Guglielmino il quale per distinti meriti e somma dottrina fu insignito d’un abbazìa nella marca d’Ancona.
Di questi due fratelli si conserva in Ceva un istorico monumento nella lapide marmorea la quale fa menzione d’un giubileo che ebbe luogo nella chiesa della Madonna del forte nel 1489, concesso da Innocenzo VIII, (di casa Cibo genovese, alla quale famiglia il Calagrano fu ascritto per benevolenza del Papa) ed ottenuto dai suddetti due fratelli mentre