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del reddito di 150 doppie con nomina a favore della propria agnazione. Lo storico Scaglioso di Tortona dice di questo prelato: tanta erat huius Episcopi auctoritas, ut multae et difficillimae controversiae ei tamquam arbitro committerentur.

È tradizione che abbia a sue spese eretto la chiesa di S. Silvestro fuori porta Milano in Tortona, e fatto costrurre il pulpito di S. Lucia, sostenuto da quattro colonne di verde antico.

Stabilì a sue spese una congregazione di sacerdoti per l’istruzione religiosa del basso popolo, e per soccorrere poveri vergognosi.

Si vuole, il che però non è certo, che abbia perduto il dritto di fregiarsi del Pallio per aver venduto a Galeazzo Visconti il castello di Sorli proprio della mensa, senza la debita autorizzazione1.

4° Ludovico figlio di Oddone de’Marchesi di Ceva, e de’ Signori di S. Michele e Castellino fu eletto vescovo di Alba ai 17 aprile del 1369, il quale nel 1370 investì i Signori di Clavesana, di Chissone, Roddino, Dogliani, Marsaglia e Belvedere. Morì nel 1388 (A.B.).

5° Federico Ceva figlio di Guglielmo dei Marchesi di Ceva e signor di Lesegno fu vescovo d’Alba, circa il 1390.

Monsignor Brizio nel suo elenco dei vescovi d’Alba che si riporterà a suo luogo, parlando di questo Federico dice: quo tempore Albensi praefuit ecclesiae seduli semper et prudentis pastoris munus obivit: vale a dire: per tutto il tempo che presiedette alla chiesa d’Alba adempì a tutti i doveri d’un sollecito e prudente pastore.


  1. Le notizie biografiche dei tre sovra citati vescovi d’Albenga, e della famiglia Ceva sono dovute in gran parte alla cortesia dell’esimio signor cavaliere e canonico Anacleto Siboni vicario generale di quella diocesi ed alle dotte ricerche del chiarissimo sig. canonico di quella cattedrale Domenico Navone, il quale sta pubblicando coi tipi Fasiola e Craviotto la Storia dell’Ingaunia.