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st’innondazione, fu quella che dalla porta del Broglio passando avanti il Duomo va al Ponte di Cevetta presso S. Francesco, e che prese per questo il nome di contrada Franca.
Il Doglioni descrive un’altra terribile innondazione avvenuta il 13 gennaio 1610, per improvviso scioglimento di nevi, e dirotte pioggie. Per queste innondazioni caddero lungo il Tanaro quattro forti castelli, e 32 borghi, e perirono 4m. persone con innumerevole quantità di bestiame. Fu distrutto un ponte in pietra di dodici archi, con centoventi edifizi. Il giorno 14 crescendo la copia delle acque rovinò la parte più bassa della città, ed un bellissimo tempio dedicato al Ss. Salvatore, e perdettero la vita più di mille cinquecento persone.
Il Muratori crede esagerata questa relazione, ma il lungo tratto che percorre il Tanaro dalle montagne d’Ormea sino al Po presso Bassignana rende assai probabile questo racconto.
Testimoni di vista rammentano altre innondazioni del Tanaro, l’una delle quali allagò tutta la pianura del Broglio verso il 1796, sradicò e strascinò nella sua corrente le forche su cui grondava ancor sangue il teschio d’un condannato, e liberò per sempre Ceva dalla vista fatale di quest’infame patibolo.
L’altra nel 1843 li 3 di novembre in cui il Tanaro innondò per l’altezza d’oltre un metro nella strada provinciale presso il ponte della Cattalana. S. E. il signor conte Solaro della Margarita ministro in allora degli affari esteri, marciava per la posta alla volta di Genova dove trovavasi Carlo Alberto. Dovette per quest’allagamento retrocedere e gli convenne cangiar itinerario passando per Alessandria 1.
- ↑ Non deve destar meraviglia se per la confluenza di rabbiosi torrenti, che scendono dalle Alpi, e dall’Appennino le acque crescano talvolta a dismisura nella vicinanza di Ceva; ma si può dire che in gran parte i danni arrecati alla città ascriver si debbano all’incuria dei suoi abitanti; poiché si vedono anche oggidì ridotti a coltura alcuni spazi di terreno posti nella parte inferiore della città, e che dovrebbero naturalmente far parte del letto del fiume e dei tributarii torrenti, letto che potrebbe dar sufficiente scolo all’escrescenza delle acque.