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I più ragguardevoli fra i cittadini cevesi mi onorarono di loro benevolenza, ed entrai in intime relazioni d’amicizia col sig. Conte Ludovico Sauli d’Igliano, e col sig. Carlo Marenco, che sono di tanto splendore alla Patria terra.

Nel corso di oltre sei lustri ebbi campo a far raccolta delle memorie più interessanti di questa Città. Pervennero a mie mani i manoscritti di D. Sclavo di Lesegno, del sig. D. Pio Bocca, del sig. Gio. Battista Sito, e di altri scrittori di cose patrie. Gli archivii parrocchiali mi somministrarono non pochi documenti, e colla scorta dei S. Giorgio, del Guichenon, di Monsignor Della Chiesa, del Durandi, del Moriondo, del Grassi, ed altri scrittori di storie piemontesi, mi riuscì a poco a poco di mettere assieme una discreta raccolta di memorie cevesi, che sotto il nome di Memorie storiche di Ceva offro in omaggio di riconoscenza ai miei dilettissimi Parrocchiani.

Conosco abbastanza l’imperfezione di questo mio lavoro, e se non può meritare il nome di storia, meriterà sempre quello di coscienziosa raccolta, che potrà servire a più dotto scrittore onde compilare una storia più degna del pubblico di quello ch’ esser possa la mia.

Per mancanza di autentiche scritture e di più copiose notizie, non si potè compilare una continuata narrazione delle vicende di Ceva, e si dovette dividere questo lavoro in varie partizioni che comprendono le cose più interessanti, quali sono l’antichità di Ceva, la sua descrizione antica e moderna, l’origine del suo Marchesato, e