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Torre. Si vedono tuttavia le rovine del suo antico castello che era proprio una volta dei marchesi di Ceva. Appartenne già alla chiesa d’Asti, passò quindi agli Spinola, ed ai Del Carretto; ai S. Giorgio di Castellargento, ai Filipponi dei signori di Ceva, di S. Michele, Roascio e Torricella, da essi passò ai Morozzi e quindi ai Castrucci di Magliano.

Dava non ha guari non poca importanza a questo paese la fabbrica di vetri che vi aveva stabilito il signor Avena della Chiusa, ma colla di lui morte cessarono pure i lavori di questo stabilimento da cui si ricavava un onesto sostentamento per molte famiglie del paese. Una società forestiera sta ora riattivandolo e se le augura una prospera coltivazione.

VIOLA. Questo paese situato alle falde del Mindino e non lungi dalle scaturigini del torrente Mongia trovasi menzionato nell’istrumento di divisione dei sette marchesi figliuoli di Bonifacio del Vasto delli 22 dicembre 1142, e caduto nella porzione spettante al marchese Anselmo di Ceva. Trovansi ivi due parrocchie divise dal suddetto torrente denominate di S. Giorgio e di S. Lorenzo. In quest’ultima parrocchia vedonsi pitture, alcuni avanzi dell’antico Castello che quale valida rocca difendeva il paese.

Viola fu feudo dei Faussoni dei Marchesi di Ceva, Lisio e Nuceto, dei Promis e dei Ceva di Ceva.

Vi si trovano marmi bianchi e bigi non che pietre da calce in abbondanza; nell’anno 1744, fuvvi scoperta una miniera di piombo, la quale non si coltiva per causa del poco utile, che se ne può ricavare.

    di Ceva e Scagnello al signor Prospero Peloso Cipolla d’Albenga. Burotti Giacomo da Cherasco fa investito nel 1698 di parte, che Giuseppe poi della stessa famiglia ebbe con titolo comitale nel 1772. Il vassallo Ottavio Regis venne investito nel 1740 ai 30 gennaio. Circa quel tempo l’ebbero anche i Mellini di Millesimo. A. B.