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verebbe la sua antichità. Rimane tuttora in piedi una parte del suo antico castello, ma la torre maestosa che vi sorgeva a’ fianchi di forma quadrata ed in pietra da taglio, che indicava da lungi la situazione di questo paese, fu per una misera speculazione di trar profitto dai suoi materiali gettata a terra or son pochi anni, privandosi così quei comune di un prezioso monumento d’antichità.

PERLO. Questo paese trovasi su d’un colle all’oriente di Nuceto, e distante da questo due miglia circa di Piemonte. Aveva un antichissimo castello munito di quattro torri e di 500 metri di periferia. Fu questo distrutto nel secolo XIV, ed ora poche rovine indicano dove esso sorgeva. Trovavasi pure un altro castello nei boschi di questo territorio verso Murialdo, nel quale esistono tuttora antri scavati ad arte in cui si trovarono monete Romane ed idoletti sul colle denominato delle Rame, si trovò una chiesa dedicata a S. Felice e che si vuole che sia una delle più antiche di quelle parti, sembra fuor di dubbio che servisse questa chiesa al culto dei pagani. Leggevasi pochi anni sono al disopra dell’altar maggiore le seguenti parole:... Olim Isidi dicatam. Nei muri laterali si vedono dipinte divinità del gentilesimo in figura d’uomini e di donne al naturale, lavori di pennello e di gusto

    Perlo. Fu acquistato ai 13 giugno 1664 per compra fatta dal vassallo Carlo Antonio Guerra di Cherasco, dal vassallo Giovanni Francesco Ceva, e ne fu investito con patenti dei 6 luglio istess’anno e comprendeva questo feudo anche Malpotremo con parte del capitaneato di Ceva nel quartiere di S. Michele come si ha dalle Memorie della vita e dei tempi di monsignor Giovanni Secondo Ferrero Ponziglione primo consigliere e auditore generale del Principe Cardinale Maurizio di Savoia con un saggio di lettere e monumenti inediti raccolti ed illustrati per Giovanbattista Adriani professore e membro della Regia Deputazione sovra gli studi di storia patria ecc. Torino dalla officina tipografica d’Ignazio Ribotta, settembre 1856, un vol. in-foglio di oltre 700 pagine con molti disegni e tavole. Opera veramente monumentale, che niente lascia ad invidiare quella del Litta, e che onora ugualmente il nobilissimo signor conte D. Vincenzo Mauro Ferrero Ponziglione di Borgo d’Ales, cavaliere de’ Ss. Maurizio