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di molta importanza, ed una fabbrica di vetri che ebbe per vari anni un esito assai felice, ed ora trovasi inoperosa per causa di litigi.
ORMEA. Questo antico paese che trovasi sulla sponda sinistra del Tanaro che scaturisce pochi miglia distante dal medesimo fu con regie patenti 4 marzo 1818 elevato al grado di città. L’antico suo castello che già sorgeva nel secolo x fu ingrandito e ridotto a fortezza nel 1625, quindi smantellato dai francesi nel 1795. Prima del cristianesimo si adorava qui il Dio Teutates surrogato dai Romani in Mercurio Marruno (guida dei passeggieri per malagevoli cammini) si trovò un’inscrizione in cui si pregava Teutates a favorire Lucio Patio, la cui anima facevasi vagante per l’etere. Appartenne Ormea ai marchesi di Ceva, dai quali nacque il cardinal Francesco Adriano, di cui si parlò diffusamente nel capo degli uomini illustri.
Negli ultimi tempi fu infeudata Ormea ai Ferreri di Mondovì sotto il titolo marchionale.
In questo territorio si fanno ottimi formaggi molto ricercati, e si trovano ottime cave di marmi come sono quella di Portoro e la Scaravezza di Nava, e del porfido rosso e verde delle Viozene.
Ormea. Estintasi la linea dei Ceva Conti d’Ormea in Garcilasco che lasciò solo due figlie investite nel 1577 fu acquistato questo feudo dal Principe Cardinale Maurizio di Savoia, e n’ebbe investitura, col contile ai 7 d’ottobre 1634. Dopo la morte del quale fu venduto dalla vedova Principessa Ludovica al Duca Carlo Emmanuele II nel 1665 ai 30 marzo, e ne investì nel 1671 Francesco Adriano Ceva protonotario apostolico nipote, o meglio cugino del cardinale, anche Francesco Adriano il quale già dal 1635 n’era stato investito d’una parte con titolo di marchese. Ebbe pure questo feudo con investitura delli 15 luglio 1673 Carlo Emanuele Filiberto d’Este di Dronero con l’ottava parte di Ceva e parte di Priola. Vittorio Amedeo II ai 27 settembre del 1673 lo vendette per 55 mila lire al vassallo Alessandro Marcello Vincenzo Ferrero, e ne fu investito con titolo marchionale ai 3 di ottobre. La suddetta Principessa dona la metà d’un’ottava parte del Marchesato di Ceva con titolo marchionale al gran cancelliere di Savoia Giovanni Battista Buschetti, e ciò con approvazione so-