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che si pretende detto Monspostremus dagli stessi Romani come termine delle Alpi; difatti la Cevetta che scorre a’ piedi del territorio di questo paesello forma come una linea di divisione tra le alpi e le langhe. Da questo Monspostremus derivò il nome del paese Malpotremo, che il volgo pronunzia tuttora Mompotren.

Si vedono ancor le traccie dell’antico suo castello, la di cui area fu ridotta a coltura non rimanendo più che alcune mura di cinta.

Nella carta di divisione degli stati del marchese Bonifacio di Savona del 1142 fu compreso Malpotremo nel marchesato di Ceva.

Questo villaggio seguì le sorti di Ceva da cui è poco distante.

Lo ebbero, in feudo con titolo signorile i Gambiani di Ruffia, e i Guerra di Cherasco marchesi di Perlo.

MARSAGLIA, antico castello delle Langhe situato a greco di Mondovì, e confinante coi comuni di Murazzano, Clavesana, Roccacigliè, Castellino ed Igliano, fu una volta compreso nel marchesato di Clavesana, e passò quindi ai marchesi di Ceva. Anticamente però apparteneva ai marchesi di Monferrato, e quindi a quelli di Saluzzo. Lo tenne in feudo da ultimo la nobile famiglia Pensa di Mondovì. Ebbero pure qualche giurisdizione su questo villaggio i signori di Scalenghe ed un ramo dei Canali signori di Cumiana.

MASSIMINO fu anticamente compreso nel marchesato di Ceva, passò sotto il dominio dei marchesi Del Carretto, feudatarii di Bagnasco nel secolo XIII, quindi fu incorporato nel marchesato di Finale.

Dopo la rivolta ivi accaduta nella metà del secolo XVI, passò con Calizzano sotto il dominio imperiale di Rodolfo II.

Nei 1413 i Genovesi l’acquistarono insieme con Osiglia. Nella successiva compra del marchesato di Finale fatta dagli

    Mombarcaro fu feudo dei Del Carretto. Carlo spogliò Antonio Fal-