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il Nano, che dovette disperatamente rendersi vassallo del comune d’Asti, perchè gli mancarono gli aiuti del comune di Genova, il quale gli avea promesso assistenza ma con intenzione d’ingrandir i suoi stati.

Si fu allora che il Nano vinse i Mondoviti, tolse al marchese di Lesegno i suoi stati, e lo fece esiliare dagli uomini di Mondovì.

Nel 1531 venne occupato stabilmente dai Reali di Savoia. Oltre i discendenti della famiglia Ceva ebbero giurisdizione su questo feudo i Boeri Bertiami di Chivasso, ed i Viariggi di Chieri. Passò quindi ai Del Carretto.

Nel castello dei marchesi Carretto di Lesegno pernottò Napoleone Bonaparte nel 1796. Ora questo castello è posseduto dal marchese Bertone di Sambuy, il quale sposò una delle figlie ed eredi del marchese Carretto morto senza prole mascolina.

Il conte Quarelli di S. Michele senatore del regno ereditò dai marchesi Ceva il titolo di conte di Lesegno, oltre un palazzo, e beni rustici nello stesso paese.

LISIO, piccolo paese situato nella valle di Monza tra Viola e Mombasiglio, era anticamente aggregato alla contea Bredulese; fu conquistato da Bonifacio di Savona, e toccò in sorte al suo figlio Anselmo marchese di Ceva. Passò sotto il dominio dei Provenzali l’anno 1260, del comune d’Asti nel 1269, ed infine dei principi di Savoia.

Verso il fine del secolo passato avevano giurisdizione sopra Lisio, il conte Salmatoris Rossilion di Lequio, e del Villar, il conte Raimondi di Mongardino, il marchese Ceva di Nuceto, il vassallo Fausson di Nuceto e di Viola, il marchese Ceva di Battifollo, il conte Sacchi di Cherasco, il conte Moffa di Bra, ed il conte Cambiano di Ruffia consignor di Priola.

MALPOTREMO, posto all’Oriente di Ceva su d’un monte

    Pensa nella sua pronipote Cassandra moglie di Francesco Capris di Torino passò il feudo in questa famiglia.