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Nel 1380 lo ebbero i Principi d’Acaia che lo diedero in feudo ai Bersani di Mondovì.

Nel 1410 lo riebbe un Principe d’Acaia che lo diede al suo luogotenente d’armi Lodovico Costa: la famiglia del quale tuttora lo possiede.

Nel 1796 vi passò Napoleone Bonaparte col suo esercito, avviato a Cherasco.

CASTELLINO. Questo paese situato su d’un alto colle alla sponda destra del Tanaro faceva parte una volta del marchesato di Ceva, passò quindi ai Germoni consignori di Priero, Castelnuovo e Sale col titolo dei marchesi di Ceva. Dopo i Germoni ebbero dominio su questo paese i Vivaldi di Mondovì consignori d’Igliano. Il primo che assunse il titolo di marchese di Castellino si fu il barone Giovanni.

Sul principio del presente secolo il marchese Vivaldi alienò tutte le marchionali possessioni che avea in Castellino, compresa l’area del castello già rovinato; riservandosi solamente l’alta torre di forma rotonda ed in pietra da taglio che si scorge a grandi distanze per l’elevata sua posizione. Si crede opera dei Saraceni.

CASTELNUOVO. Era compreso nel marchesato di Ceva, ed aveva un ampio castello munito di due torri che fu atterrato sul declinare dello scorso secolo. Una di quelle torri in pietra da taglio e di forma quadrata, è tuttora in piedi e si vede a grandi distanze. Vicino al castello vi è tuttora l’antica parrocchia dedicata a S. Maurizio con pittura a fresco del 400 circa, rappresentante il martirio della legion Tebea.

Questa chiesa trovandosi fuori delle abitazioni se ne fabbricò una nella borgata principale, ma per essere troppo angusta, l’attuale arciprete D. Maurizio Marazzani che per la sua dottrina, prudenza e specchiati costumi, potrebbe essere un eccellente parroco in qualsiasi città, trovò il mezzo di

    Castellino. I Germoni ebbero anche i feudi di Castelalfero, Viano e Mongardino nell’Astigiana. Questa nobile famiglia s’estinse nel secolo scorso.