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più nobile per santità, per tutela dei dritti ecclesiastici; fece ridurre in atto pubblico tutte le investiture, tanto dei feudi, che delle decime; dal che appare, che la collazione detle chiese di Ceva, di Millesimo, di Cortemiglia e del C€airo, spetta al vescovo d’Alba, nel 1450 affidò ad un sacerdote secolare la parrocchia di S. Giovanni Battista, che fu poi per dispensa apostolica rimessa agli Agostiniani coll’obbligo di cedere alla cattedrale la metà dei dritti, funeratizi come si praticava dai Minori Osservanti.

Fece il sinodo diocesano, in cui resosi il conto dei beni ecclesiastici di tutta la diocesi, risultò che quelli del clero secolare ascendevano a ll. 1787, e quelli dei regolari a 688.

Sul principio del suo vescovado fiorì per santità la B. Margarita di Savoia. Pendente il suo vescovado li 20 aprile 1455 fu trasportato il corpo di S. Frontiniano dalla chiesa della sua abbazia nella cattedrale dedicata a S. Lorenzo dove onoratamente riposa. Resse quella chiesa per 37 anni, e morì li 22 luglio 1455 in concetto di santità.

38. Bernardo dei marchesi Del Carretto abate perpetuo commendatario dei ss. Quintino e Frontiniano, nel 1457 diede ad Antonio marchese di Ceva l’investitura delle decime di Garessio e di S. Michele. Essendosi a motivo delle guerre talmente diminuiti i redditi del vescovado da non più potersi sostenere la dignità vescovile, per intercessione della B. Margarita di Savoia emanò un apostolico indulto, per cui i beni dell’abbazia di S. Frontiniano vennero applicati al vescovado d’Alba, sedette anni 4 e giorni 3 e fu sepolto nel coro della cattedrale.

39. Pietro dei marchesi Del Carretto fu così imparziale ed incorrotto difensore dell’immunità ecclesiastica, che colpì di censure persone sue parenti, onde obbligarle a pagar alla chiesa i dovuti tributi.

Nell’anno 1467 li 22 novembre consacrò la chiesa di Millesimo sotto il titolo della Visitazione di M. V. e di.S. Antonio abate, e dotò la cappella dei santi Fabiano e Sebastiano, creò