Pagina:Memorie storiche della città e marchesato di Ceva.djvu/328

328

17. Oggerio in virtù d’una bolla d’Innocenzo papa, ottenne di accettare nella sua diocesi i Certosini, i quali fondarono il celebre convento di Casoto, insigne per innumerevoli santi monaci, fra i quali un Guglielmo laico, che ottenne da Dio la grazia di far miracoli.

18. Bonifacio II nel 1213 dichiarò la chiesa e l’ospitale di S. Bartolomeo essere di juspatronato della famiglia Rodolfi, ma la nomina del rettore e del chirurgo spettare al vescovo. Morì il primo gennaio, e legò alla chiesa d’Alba mille lire per un anniversario. Fiorì in quel tempo fra Rambaldo d’Alba domenicano insigne per ispirito di profezia, per grazia di guarigioni, e per apparizioni.

19. Rainerio nell’anno 1224 in qualità di delegato apostolico, confermò la sentenza proferta dall’Abate Cistercense di Casanova, per composizione d’una lite vertente tra il vescovo e canonici d’Asti, e le monache Cistercensi di Santo Spirito.

20. Guglielmo Braida cittadino d’Alba, già prevosto della cattedrale d’Asti, quindi vescovo della sua patria. Fu illustrato il suo regime episcopale dal B. Teobaldo principale patrono di questa città, nato di bassa condizione nel paese di Vico, dove esercitò l’arte di calzolaio, ma celebre per miracoli avendo richiamato a vita tre defunti fanciulli; cambiati in farina sacchi d’arena; annunziata essendosi la sua morte col suono a festa e spontaneo delle campane, ed indicato da splendenti lumi il luogo di sua sepoltura, prove evidenti di santità di questo gran personaggio. Morì Teobaldo nel 1250. Nell’anno seguente l’arcidiacono d’Alba Bonifacio, delegato del vescovo, pose la prima pietra della chiesa di S. Maria Maddalena a richiesta delle Umiliate.

21. Gandolfo Peleta Prevosto della Chiesa d’Asti, poi vescovo d’Alba morì li 20 dicembre dell’anno.... e legò a questa chiesa la terra di S. Stefano in Antignano a condizione che in ogni anno al suo anniversario si desse una refezione ai canonici ed una emina di legumi ai poveri. Per