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peso, se ne tornò al monastero di Breme, dove passò il restante di sua vita in concetto di santità.

Monsignor Rozo però tanto fece nel restituire alla sede d’Alba il suo primiero splendore, che l’anno 997 fu provvista d’un nuovo pastore nella persona di

9.° Costanzo o Costantino, il quale con attività e prudenza vendicò i diritti della sua chiesa, e nell’anno 1079 vi unì un podere presso Rodello per una permuta fatta con un certo chierico di cui si parla in atti pubblici.

10. Penso II intervenne ad un concilio dei suoi comprovinciali che si tenne in Milano.

11. Alberto resse con gran prudenza la chiesa d’Alba fra i turbini della guerra.

12. Pietro figlio di Arduino dei conti di Valperga, quantunque carico d’anni, nulla ommise di quanto poteva arrecare decoro e vantaggio alla sua chiesa. Mori l’anno 1124 e presiedette 45 anni.

13. Rebaldo prima vescovo d’Alba e poi di Milano, nell’anno 1143 fu sepolto nella chiesa di S. Tecla.

14. Pietro II resse il vescovado con tanta probità da meritarsi ii nome d’ottimo pastore.

15. Ottone, cospicuo per le sue gloriose azioni, li 2 giugno 1169 pronunziò una sentenza arbitramentale tra Anselmo vescovo d’Asti e gli Ospitalieri Gerosolimitani, di quanto doveva prestarsi alla mensa ed al capitolo d’Asti per la chiesa del santo Sepolcro, che possedevano nel borgo di S. Maria per concessione di detti vescovi e capitolo.

16. Bonifacio nell’anno 1188 unì un certo priorato di Benevello al monastero di S. Antonio di Dronero, di cui sono ora al possesso le monache cistercensi dell’Annunziata di Saluzzo1.

  1. Vedi l’erudita e critica opera; Studii e notizie storico-critiche de’ Marchesi del Vasto e degli antichi Monasteri de1 santi Vittore e Costanzo e di S. Antonio, del Barone Giuseppe Manuel di S. Giovanni. Torino, Speirani e Tortone, 1858.