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Per una bizzarra combinazione fu assegnata al santo Padre la camera istessa, e l’istesso letto in cui nel 1796 aveva dormito Napoleone Bonaparte.

La mattina dei 17 agosto alle ore 8 dopo aver sentita la messa nella cappella del palazzo, continuò il S. Padre il suo viaggio per le Carcare. L’aspettavano colà con tre carrozze il prefetto di Savona e tre vescovi. In Carcare alloggiò in casa del signor Bartolomeo Ferreri1.

Il Prefetto con piglio militare licenziò il fiero Boissard, che tornossene addietro scornato da tutti quelli che lo videro a trattare con tanto sgarbo il santo Padre.

I portatori di Ceva ebbero dal Papa un luigi d’oro di mancia caduno, e se ne tornarono a casa gloriosi d’aver avuto l’onore di servire sì d’appresso il Padre comune dei fedeli.

Pio VII la notte del 9 giugno fu con gran segretezza, condotto a Fontainebleau in Francia dove Napoleone poco dopo arrivava; caso fatale, che là dove otto anni prima era Pio arrivato trionfante ora prigioniero arrivasse, e di là dove

    Estinta la linea dei Del Garretto di Millesimo nella Contessa Valburga, i diritti ed il titolo passarono nell’egregio suo figlio il Conte Gustavo che come si disse è dell’istessa agnazione Del Carretto. (A. B.)

  1. In memoria di quest’avvenimento fu dall’egregio signor Nicolò Ferreri nipote ex filio del suddetto Bartolomeo posta un’epigrafe sotto il ritratto di quel gran Pontefice, che rammenta la sua fermata in quella sala. In quella sala istessa alloggiò tre volte e per diversi giorni Napoleone Bonaparte, vi segnò la capitolazione del forte di Cosseria ai 14 aprile 1796, dopo la fiera battaglia di Millesimo. A proposito di questa battaglia si racconta il seguente fatto: Bonaparte si fece accompagnare dal prelodato Bartolomeo Ferreri onde scorgere come andava l’attacco del forte di Cosseria, e fermatosi a guardare da posizione troppo lontana per vedere chiaramente, ed invitato dal Ferreri ad avvicinarsi un poco più, rispose, che un generale senza un potente motivo non doveva avventurarsi alle palle nemiche. Napoleone era solito dire che da Millesimo derivava la sua nobiltà e la sua fortuna, ed avrebbe anche dovuto soggiungere, dalla cattura del Pontefice la sua disgrazia. (A. B.)