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Varcato il colle di Montezemolo si fermò la comitiva nella valle del Belbo. Il santo Padre chiese a Ponte che region fosse quella. Ponte rispose la valle di Belbo. Aperse il Pontefice la carta geografica che seco aveva e si fece ad esaminarla. Uscì dalla sua lettiga il prelato Doria, si portò a quella di S. S. per chiederle se abbisognava di qualche cosa. Rispostogli di no si continuò la via, e traversando Roccavignale si vide molta gente a correr sul passaggio del Papa piangendo e gridando, o santo Padre! e Lui compartiva loro la benedizione intenerito anch’esso sino alle lacrime.

Giunti alla valle di Millesimo nelle ore che incominciava ad imbrunire, si trovarono sei persone con torchie a vento che precedevano il Municipio che veniva ad incontrare il Pontefice. Si accompagnò al palazzo della nobilissima dama la signora contessa Del Garretto di Millesimo nata Mazzetti di Saluggia, donna d’alti e nobili sentimenti e specchio di virtù e di religione1.

  1. Il Colonnello Boissard o Boizard voleva spegnere le torchie, perchè non si vedesse chi era nella lettiga, e voleva impedire che il Santo Padre si mettesse al balcone, onde benedire l’immensa popolazione accorsavi, se non che avvisato dall’Arciprete di Millesimo D. Giovanni Giuseppe Monge da Alba che ciò facendo si poteva fare una sollevazione, non vi si oppose oltre. Nella mattina seguente il S. Pontefice sentì la Santa Messa celebrata da Monsignor Doria, ed un’altra, quindi partì. Il Boissard barbaramente sferzava coloro che si volevano avvicinare alla lettiga;
    Si conservano con religiosa premura gli oggetti che furono usati dal Santo Pontefice dal compitissimo gentiluomo Carlo Aleramo Del Carretto di Gorzegno, Novello e Moncrivello, Gran Cacciatore e Gran Falconiere, Commendatore dell’Ordine de’ Santi Maurizio e Lazzaro, Cavaliere di altri ordini, il quale aveva sposata la spiritosa damigella Valburga unica figlia ed erede di Enrico Del Caretto dei Marchesi di Savona, Conte di Millesimo, Cengio, Cosseria, Rocchetta ecc. e della sullodata Contessa Gabriella Mazzetti di Saluggia. Si racconta il seguente aneddoto relativamente alla giovinetta damigella, cioè che non contento il truce carceriere Boissard di tenere in dura custodia ed affliggere l’illustre suo prigioniero voleva farla da padrone in casa altrui, col destinare i posti all’imbandita mensa, gli si oppose l’ardita damigella, dicendo che a lei sola, in assenza della Contessa madre incommodata, apparteneva di comandare nella sua casa.