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Il generale Grouchì stabilì la sua batteria a S. Andrea in cima al borgo della Torretta. Di là fulminava terribilmente la fortezza coi cannoni, e sì fitta si faceva la tempesta delle bombe che convenne agli assediati di ricoverarsi nelle casamatte. Si rispondeva però con fermezza e con buon esito dall’artiglieria del forte.

Il generale francese sospese all’indomani il fuoco e spedì un parlamentario al comandante austriaco per chieder la resa del forte, dicendo che con sì poca guarnigione e munizione da guerra, non poteva sostenere una lotta così disuguale, e che se non s’arrendeva si sarebbe reso contabile di tutto il sangue sparso inutilmente.

Il comandante Schmelzem rispose che era a sufficienza provvisto del necessario, e che era soldato d’onore.

Ripigliò più terribile il fuoco il generale repubblicano, e vi si rispondeva dal forte con intrepida fermezza e singolare bravura.

Spedì Grouchì un secondo parlamentario, ma inutilmente.

Continuò per alcuni giorni la terribile battaglia con sempre più fiero accanimento e si spedì al forte il terzo parlamentario con minaccie sempre più incalzanti.

Il comandante austriaco rimandò il parlamentario con dire che l’ordine del suo generale era di resistere sino all’ultimo anelito, che era in marcia un grosso corpo d’armata alleata, e che era inutile lo spedire parlamentari.

Grouchì fece gli ultimi sforzi, continuò il fuoco ancor per qualche tempo, e vedendo che la fortezza per nulla cedeva, si ritirò indispettito co’suoi, e s’allontanò dalla città.

Di questi combattimenti si vedono ancor tuttodì alcune traccie nel muro della prima casa a destra discendendo dalla Torretta, dove sono incastrate due palle di cannone che vennero a colpir colà dalle artiglierie del forte.

Allontanatosi Grouchì, il comandante austriaco percettò gran quantità di contadini, per far nuove trincee e ristorare le danneggiate, perchè ogni dì cresceva il timore di nuove