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dell’artiglieria, ed in contraddittorio di quel commissario od uffiziale francese che verrà destinato ad assistervi.
Tale inventaro dovrà esser fatto coll’opportuno verbale, e segnato da ambe le parti, e ci trasmetterete quindi per il canale della segreteria nostra di guerra l’originale della copia che resterà nelle vostre mani consegnandone l’altra al commissario od uffiziale francese suddivisato.
Le suddette nostre truppe verranno da voi incamminate verso Bra, dove, e nei luoghi circonvicini dovranno rimanere accantonate sino a nuovo nostro ordine; e sarà perciò vostra cura di farle munire dei necessari ordini di tappa per una tale rotta, avvertendo di farle massime pei soggiorni, ripartire colla maggior possibile proporzionata giustizia per non aggravare di soverchio li pubblici.
Inculcherete ai comandanti delle medesime di usare tutta la vigilanza per ovviare nella marcia e nelle stazioni ad ogni disordine; e quanto a voi le raggiungerete per la rotta unitamente agli ufficiali e soggetti, che saranno con voi rimasti, tostochè avrete terminate le operazioni sovra prescrittevi per la rimessione del forte.
Tanto eseguite, e preghiamo il Signore che vi conservi.
Torino li 28 aprile 1796.
Firmato V. Amedeo. |
Questa tregua, dice il Botta, e la pace che si firmò poco dopo rallegrò i novatori, avvilì i ligi, scoraggiò i leali, spaventò i popoli, sdegnò i soldati.
Napoleone intanto, acconce le condizioni del Piemonte e posto in sua balìa questo primo stato d’Italia, innalzava l’animo ad imprese più grandi, e mandava fuori questo bando.
Soldati! in quindici giorni avete vinto sei battaglie, presi trenta stendardi, cinquantacinque cannoni, parecchie fortezze, 15m. prigionieri, avete ucciso 10m. nemici, conquistato la