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facevano verso Ceva delle scorrerie, allettati dai partigiani della repubblica che loro promettevano le chiavi della città.
In vista di ciò il barone Dettumbourg colonnello austriaco ordinò una leva in massa per respingere gli avamposti francesi. Si spedirono esploratori a Battifollo, e la leva in massa in cui figuravano molti dei più cospicui cittadini affetti a casa Savoia, e specialmente il R. Padre Cesareo Cappuccino, ed il signor canonico Serra ex gesuita s’avviò a quella volta. Gli esploratori videro il picchetto dei francesi del Bricco di Bastia a scendersene a Bagnasco, perchè non si sentivano di fare fronte alla massa, ed inteso che si cercava il modo da Massena di venir a Ceva con tutti i suoi soldati per la bealera, che da Nucetto viene nel territorio della città, la massa si sciolse, e i generali delle truppe alleate presero i necessari concerti per opporsi al nemico.
Lo scopo di Massena era quello di prendere la massa alle spalle; avvertito dai suoi corrispondenti di Ceva che la massa erasi ritirata, fece di bel nuovo occupare le diverse posizioni già prima trincierate, e specialmente quella di Battifollo.
Il colonnello Dettumbourg spedì colà alcuni soldati e miliziani d’Oneglia, ai quali si unirono alcuni cittadini. S’attaccò con vigore la posizione dei francesi trincierati, i quali si diedero a precipitosa fuga verso Bagnasco, lasciando sul campo due feriti mortalmente, un uffiziale granatiere ed un soldato.
Furono trasportati amendue nell’ospedale di Ceva. L’uffiziale gravemente ferito nel basso ventre era in grave pericolo; accorsero sacerdoti per prestargli i soccorsi della religione. Quantunque giovane di 18 anni ed allevato nel frastuono della rivoluzione si arrese alle esortazioni dei ministri del Signore e ricevette i santi Sacramenti. Il soldato ferito gravemente in una spalla, sembrava ostinarsi alle esortazioni che gli venivano fatte. L’uffiziale gli fece vivi rimproveri proponendogli il suo esempio, e s’arrese anch’egli.