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et ea recomandare hospitalario ut ipsa bona custodiantur ad usum pauperum.»
Un altro monumento istorico, ma meno antico, di quest’ospedale l’abbiamo nella più volte citata visita pastorale di monsignor Peruzzi del 1585. In essa si legge che nel giorno 5 maggio di quest’anno avendo voluto il visitatore apostolico Peruzzi, vedere l’oratorio di santa Maria dei disciplinanti si portò sul luogo, ma non vide nemmeno più le vestigia di questa chiesa, essendo stata distrutta dal diluvio dell’anno antecedente. Vi trovò però ancora l’ospedale che fu risparmiato dall’innondazione, e gli fu detto che possedeva beni stabili da ricavarsene annualmente ottanta staia di frumento, altrettanto di castagne, dieci sestaia di vino, dieci scudi in danaro, oltre il provento di dodici luoghi sulla banca di S. Giorgio in Genova. La casa di quest’ospedale era composta di quattro camere una delle quali serviva d’infermeria. Non vi trovò che quattro letti male in arnese, ed in cui si ricoveravano i viandanti e gl’infermi ricevendo in essi promiscuamente uomini e donne. Riconobbe che s’avea poca cura degl’infermi, e che i redditi dell’Ospedale s’impiegavano in soccorsi a domicilio, e in maritare donzelle. Prescrisse, che i letti ivi esistenti si provvedessero dei necessarii pagliaricci, materazzi e guanciali, e che si provvedessero altri due letti in una camera destinata per le sole donne, con rigoroso divieto di ricoverar nello stesso letto uomini e donne quand’anche si qualificassero maritati.
Sulla fattagli relazione, che l’ospedaliere teneva pubblica osteria nelle camere dell’Ospedale, e ciò con grave disturbo degl’infermi e con disdoro del pio stabilimento ne decretò l’espulsione, con mandarsi a provvedere d’un infermiere di buoni costumi, ed occupato unicamente del servizio dei poveri infermi.
Avendo inteso che i confratelli di S. Maria e S. Catterina avevano stabilito di riedificare i loro rispettivi oratorii decretò che fossero riedificati a totali spese dei confratelli senza