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Lo stesso altar maggiore trovavasi senza candelieri e senza croce, e si decretò che venisse provvisto d’una croce e di quattro candellieri di bronzo di sufficiente altezza, come pure gli altri altari in proporzione.
Passò il Vescovo visitatore ad esaminare gli altari laterali. Il primo dedicato a S. Bernardino fu ridotto dall’innondazione in uno stato affatto indecente, ed una finestra attigua al medesimo fu sconquassata dall’impeto delle acque.
Il secondo dedicato a S. Ludovico fu riconosciuto indecentissimo, e spogliato di tutto.
Il terzo dedicato a S. Gerolamo proprio della famiglia Barberis, fu trovato abbastanza decente, ma troppo angusto. L’ancona di questo altare che dicesi Satis pulcra, può essere quella stessa che il signor Gerolamo Barberis, regalò nel 1850 alla nuova Cappella di S. Bernardino in Soraglia.
Il quarto dedicato all’Annunziazione di M. V. apparteneva alla famiglia Sofìa ed era anch’esso spogliato di tutto il necessario.
Il quinto sotto il titolo di S. Anna quantunque dotato di dodici stare di frumento ed altrettante di vino est omnibus spoliatum valde indecens et nihilominus ad illud missas celebrai fratres ipsi.
Il sesto delle stimmate di S. Francesco era parimenti indecentissimo e privo di sacri arredi, e vi si celebrava una Messa ebdomadaria legata da casa Gandolfi.
Il settimo dedicato a S. Giovanni, apparteneva alla famiglia Chiavelli.
L’ottavo di S. Gioachino era di patronato Sciarra.
Il nono di S. Nicola apparteneva alla famiglia Cadana.
Il decimo altare indecentissimo e spogliato di tutto, apparteneva alla famiglia Giogia e vi si diceva ogni giorno la S. Messa.
L’undecimo ed ultimo altare descritto in questa relazione di visita, porta il titolo della Concezione di M. V. ed era provvisto da una società di divoti.