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CAPO III.


Ceva moderna.


Chi si fa per poco a considerare la Ceva Moderna ridotta alla condizione d’un semplice Municipio, e d’una ristretta giudicatura è costretto a deplorarne l’attuale sua sorte ed il suo miserando decadimento. Ceva capitale di un Marchesato che dava leggi a cento castella, munita d’una fortezza, che la rendeva terribile a’ suoi nemici; abitata da tante famiglie marchionali, capo di provincia, poi sotto prefettura, con un tribunale di prima instanza, ora caduta in fondo e ridotta alla condizione dei più oscuri paesi del Piemonte, rasa al suolo la sua fortezza, rovinati i suoi baluardi, distrutte le sue porte e le sue torri, spenta ogni ombra di giurisdizione marchionale; soppressa la sua collegiata, soppressi i suoi conventi, astiata da’ suoi vicini, può a giusto titolo paragonarsi alla Gerusalemme, così pateticamente descritta dal profeta Geremia.

Converrà non pertanto darne una breve descrizione per pregio dell’opera.

Trovasi Ceva al grado di longitudine 5,20 (meridiana di Parigi) di latitudine 44,23 e 380 metri sopra il livello del mare.

L’attuale popolazione del suo territorio è di circa 5 mila anime, la parrochia già Collegiata ne conta 3 mila e duecento. Capo di mandamento che comprende Lesegno, Mombasiglio, Malpotremo, Torricella e Roasio, di Provincia e diocesi di Mondovì e della divisione di Cuneo.