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CAPO XXXVI.


Chiesa dell’Arciconfraternita di

S. Maria e S. Catterina


Dopo la chiesa collegiata, altra non ve n’è sul territorio di Ceva che superi in magnificenza la nuova chiesa dell’arciconfraternita di S. Maria e S. Catterina. La di lei facciata fa bella mostra di sè sulla pubblica piazza, s’ammira nell’interno la sua maestosa e ben intesa architettura, e l’altare maggiore merita d’essere particolarmente osservato per lo sfoggio dei suoi ornati in oro di zecchino, e per la bella ancona opera di buon artista, forse del Beaumont, regio pittore di Casa Savoia, o di qualche suo allievo.

Essendo andate in rovina le due antiche chiese di S. Maria e S. Catterina, ed essendosi riunite due confraternite in una sola, si pensò d’accordo di tutti i confratelli di fabbricarne una nuova, e vi si diede principio nel mese di maggio del 1737 sotto il priorato del signor marchese Francesco Giacomo Ceva consignor di Lesegno, Roascio e Torricella, e si portò al suo termine con tutto ottobre dello stesso anno.

Li diciotto novembre susseguente fu solennemente benedetta dal sacerdote Tommaso Cora, cappellano della confraternita, specialmente delegato da monsignor Fra Carlo Francesco Vasco Vescovo d’Alba.

Adornano questa chiesa due altari laterali con grandioso medaglione marmoreggiato.