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bianco di Garessio, che la civica amministrazione fece costrurre a spese del pubblico ad eccezione di lire mille che vi legò per testamento l’avvocato Antonino Moretti.

L’architettura è d’ordine corinzio, è da rimarcarsi la maestosa volta della gran navata, e l’ampio e comodo presbiterio.

Si vedono lateralmente sei cappelle, quelle a destra son dedicate; la prima alla SS. Vergine del Rosario singolar patrona della Città, i di cui rappresentanti intervengono alla processione che si fa nella prima domenica d’ottobre. Apparteneva questa cappella alla famiglia Bocca. La seconda già di casa Bugnardi, ora della compagnia del suffragio. La terza dedicata a Maria Vergine Addolorata, e detta una volta del Crocifisso, è propria della famiglia Bonino che la vendette al Capitolo li 10 marzo 1805 per L. 87.

Dalla parte sinistra della chiesa si vedono 1° la cappella di S. Filippo della nobile famiglia Derossi, ed ora dell’Ospizio di Carità.

La seconda, della Madonna del Carmine, è della famiglia Barberis. La terza, dedicata a S. Giuseppe, è della famiglia Cassinis.

Il campanile, la di cui porta trovasi vicina alla cappella di S. Filippo, restò incompleto per molti anni, e solo negli anni 1825-26 fu portato a compimento mercè la indefessa cura del fu cav. Giuliano Pecollo. La campana maggiore di questa Collegiata si è provvista nel 1829-30 a spese della sacristia, delle compagnie, del Capitolo, e di volontarie oblazioni. Fu solennemente consacrata da monsignor Monale vescovo di Mondovì nel mese di agosto 1830.

Nel 1840, questa Collegiata si provvide d’un organo nuovo, opera del sig. Carlo Vittini, in surrogazione del vecchio fabbricato sul principio del 1700 da certo Landesio, e che si è rimesso alla parrochia di Monesiglio.

Nel 1842, si riformarono i banchi della chiesa, per cui si dovettero superare non poche difficoltà; ma questa riforma era voluta dalla pulizia della chiesa, e dall’irregolarità degli