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rale delli 4 novembre 1846, diede alla presenza della dotta assemblea che gli facea corona un giusto sfogo all’ambascia del suo cuore colle seguenti tenere e commoventi espressioni.

« Con che desiderio e con che lacrime proseguirò la tua memoria o Carlo Marenco, o raro lume delle patrie lettere, a cui t’educava un giorno questo venerando Ateneo; al quale Ateneo ritornavi spesso col riconoscente pensiero, e spesso assistevi colla desiderata presenza, e ben sel sa la mia scuola che plaudì fremente a quel carme che tu scioglievi animato sull’urna di Carlo Botta, ed ahi chi avrebbe allora sospettato che il plauso di quel giorno si sarebbe mutato in lamento, e che il mesto tributo che tu rendevi al grande storico d’Italia, noi dentro l’anno lo avremmo reso a te stesso! »

Fu creata in Ceva una commissione per l’erezione d’un monumento degno della memoria di questo illustre concittadino, ma gli avvenimenti politici fecero sì che ne restò sospesa l’esecuzione.

La fama che si sparse del merito singolare di Carlo Marenco mentre viveva destò in molte società letterarie d’Italia il desiderio d’averlo a membro onorario od effettivo.

Li 10 giugno 1836 fu aggregato all’accademia filodrammatica di Torino. Li 19 novembre stesso anno fu acclamato socio onorario del gabinetto letterario di Mondovì. Li 25 maggio 1838, fu nominato membro della società Filodrammatica di Siena. Li 14 agosto 1840, fu ascritto all’accademia Filarmonica poetico-letterario d’Alba. Li 29 dicembre 1841, fu nominato socio corrispondente dell’Imperiale e reale Accademia di scienze, lettere ed arti della Valle Tiberina, Toscana, e li 21 giugno 1845, fu aggregato alla società d’incoraggiamento all’industria di Savona.

Lasciò il Marenco alla sua morte 5 figli tutti ancora in corso di studii. Il primo per nome Angiolino si addottorò in leggi, ed esercita attualmente in Torino il patrocinio con felice esito, il secondo per nome Leopoldo batte le orme glo-