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in Sardegna, e quattro figli, tre dei quali emulatori nel servizio militare delle esimie virtù del genitore.

La marchesa Paolina Ceva di Battifollo e Pamparato e vedova del suddetto Casimiro, entrò in Corte come dama di palazzo, e quindi governante delle RR. principesse, e terminò i suoi lunghi e segnalati servigi col terminare del 1856.

Godette in modo particolare dell’affezione e confidenza delle due regine Maria Teresa vedova di Carlo Alberto e di Maria Adelaide augusta consorte del regnante Vittorio Emmanuele II. L’unico suo figlio maschio marchese Luigi Pallavicini di Priola padrone del castello di Ceva, prese parte alla guerra di Lombardia nel 1848-49; sposò quindi la gentilissima e nobile damigella Leonia Gianasso di Pamparà, e fa la maggior parte dell’anno sua residenza in Ceva amato e riverito dai suoi concittadini.

Il signor marchese Litta nella sua grandiosa opera delle famiglie illustri stampò nel 1841 la tavola genealogica dei Pallavicini di Ceva, che per la sua precisione ed esattezza nulla lascia a desiderare, e deve andar unita ai cenni biografici che riguardano questa nobile famiglia (vedi in fine).

Sul principio del 1500 venne da Genova, e si stabilì in Ceva la nobile famiglia Sauli nella persona di Sebastiano, il quale sin da quel tempo godeva il titolo di Magnifico, proprio de’ principali cavalieri; acquistò giurisdizioni feudali nel Comune d’Igliano col titolo di conte.

Quest’illustre famiglia godette mai sempre il rispetto e la stima dei Cevesi per l’onorata condotta dei personaggi che la composero.

La collegiata di Ceva si onora di poter comprendere nell’elenco de’ suoi canonici due sacerdoti di questa casa. L’uno per nome Carlo Lorenzo menzionato nella Sinodo istorica di Monsignor Brizio, e morto nel 1642. L’altro per nome Benedetto morto nel 1666.

Alle sventure di Ceva deve aggiungersi l’estinzione di questo nobil casato, di cui è solo superstite ed in età avanzata