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di Cagliari porta tuttora il suo nome. Nel 1724 fu eletto a governatore della cittadella di Torino dove si trovò nel duro cimento di niegar l’ingresso all’abdicatario Vittorio Amedeo suo gran benefattore, che voleva risalire al trono coll’impadronirsi della cittadella; vi resistette il Pallavicini con militare bravura e tornarono vani i folli disegni dell’ex Re. Morì il Pallavicini nel 1732, 16 febbraio, cavaliere dell’Annunziata, e Gran Ciambellano.

Filiberto dei Marchesi di Ceva, governatore di Cuneo, non aveva che una figlia, la quale nel 1592 fu maritata in casa S. Vitale oriunda di Parma e stabilita in quella città, la quale assunse il titolo di Ceva. Da questa famiglia nacquero valorosi guerrieri che ottennero i primi posti nella milizia sarda, come furono Carlo e Galeazzo governatore di Cuneo.

Antonio Ceva S. Vitale si distinse nella guerra contro i Genovesi del 1672, massimamente quando assediato dai Genovesi in Castelvecchio fece una sortita in cui diede prove di gran valore.

Il Marchese Guido Ceva S. Vitale fu aiutante di campo di Vittorio Amedeo II e si distinse nella battaglia di Staffarda del 1690.

Fra i capitani dei tempi più a noi vicini si annovera il Marchese Giuseppe Ceva Lesegno, com’è da ricordarsi il Cavaliere Giuseppe Ignazio di Ceva Roascio, il quale fu comandante del forte d’Ormea quindi di Ceva.

Non è qui da omettere Amedeo Cosimo Ceva Nuceto figlio del Marchese Alessandro III, del di cui figlio Augusto si farà qui sotto onorevole ricordanza.

Il Marchese Amedeo Cosimo nato nel 1772 si sposò in Venezia nel 1804 con Gioanna Nepomucena Bonomo di Ritzmanè, donna di gran nobiltà e di alti sentimenti.

Dal servizio di Casa Savoia passò nel 1800 a quello di Toscana, e quindi d’Austria. Nei principali fatti d’armi di quei tempi burrascosi cotanto, giunse pel suo valore al grado di luogotenente Colonnello, e l’Imperatore Austriaco per di-