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si può vedere. Dopo avere molti anni governato il convento di S. Tommaso di Torino ed il provincialato di Piemonte, morì pochi anni sono in Ciamberì. »

Vi è chi pretende che questo celebre scrittore sia più di Torino che di Ceva, ma concordano e storici e manoscritti nel dirlo Cevese. Quel che è certo si è che nel 1600 fioriva in Ceva una famiglia Caldano o Cadana ed è probabilissimo che sia di questa il Salvatore (e non Solutore) Cadana, quantunque per la sua lunga dimora in Torino abbia acquistata la cittadinanza di quella capitale.

Quel che è certo si è che acquistò fama per tutta Italia di gran predicatore, ed il suo quaresimale stampato in Mondovì nel 1636 fa veramente credere che la sua patria fosse Ceva vicina a Mondovì, e che avesse qui più relazioni che a Torino per dare alle stampe il suo manoscritto.

Questo quaresimale fu proibito dalla sacra Congregazione dell’indice con decreto 10 giugno 1669 (donec corrigatur). Nelle sue prediche soleva citare il P. Anadac, cioè se stesso invertendo l’ordine delle lettere del suo cognome. Fu ripreso per questa licenza dall’istorico Nizzardo Pier Gioffredo con un epigramma che è il 72 della raccolta stampata in Torino dal Zappata nel 1681. Fu l’8° ministro provinciale dei Minori Osservanti in Torino e teologo consigliere del duca Carlo Emmanuele II.

Oltre il quaresimale furono pure portati all’indice i suoi dubbi scritturali (donec corrigantur) con decreto 8 marzo 1662, e da questi decreti si rileva che il suo nome era Salvatore e non Solutore.

Diede pure alle stampe in Torino i Saggi politici, il Principe avvisato, il Principe regnante, Regnum hominum et angelorum, il Santuario comune, il Mariale, ossia Sermoni in lode di M. V. Modus recipiendi legata perpetua in toto ordine Seraphico etc. dedicato al Padre Paolo Brizio, prima che fosse vescovo d’Alba. Stampato in Torino 1641, apud Jo. Sinibaldum typographum realem: in 4°.