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blica ragione, loro fece dono di ll. cinquemila pel trattenimento d’un bibliotecario.

Per mancanza di fondi erasi sospeso in quella città la fabbrica del Collegio delle vergini di S. Orsola, monsignor Derossi la fece portare a compimento mediante lo sborso di ll. seimila.

Eresse prebende teologali nelle insigni Collegiate di S. Maria della neve, S. Maria della corte in Alessandria, di S. Dalmazio in Quargnento, e di S. Perpetuo in Solero.

Fece un sinodo ricco di saggie e prudenti leggi pel buon andamento della disciplina ecclesiastica, che gode tuttora credito e stima presso il clero Alessandrino.

Questo illustre prelato cessò di vivere, come si disse, nel mese di maggio del 1786, lasciando un nome ed una fama in Alessandria, pari a quella che lasciò in Mondovì monsignor Casati suo contemporaneo nell’episcopato essendo stato questi eletto nel 1754, e resosi defunto nel 1782. Si dice che monsignor Derossi sia morto leggendo la lettera pontificia, in cui veniva nominato Cardinale di S. Chiesa.

Nei suoi solenni funerali, il già citato D. Giuseppe Antonio Chenna Primicerio della cattedrale, già suo Vicario generale lesse alla presenza di monsignor Pejretti Vescovo di Tortona, una dotta e commoventissima orazione funebre stampata nello stesso anno 1786, da cui si ricavarono in gran parte le memorie di cui si compone questa biografia.

In prova della venerazione che tuttor si professa in Alessandria alla memoria di questo gran vescovo, citeremo un brano della pastorale diramata alla sua Diocesi da monsignor Pasio, testè defunto, alli 3 agosto 1840 del tenore seguente:

« Per non ripetere a tutti i nomi notissimi dei Mugiasca di Gattinara, e lasciati sotto silenzio i recenti che sono ancora innanzi agli occhi e nel cuore di tutti, io accennerò al solo Giuseppe Tommaso Derossi, il quale siccome nella lunga sua amministrazione di questa Diocesi niuna