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altri riguardi. I Romani facevano ne’ paesi di lor conquista fiorire l’agricoltura e le arti, che aumentano gli agi ed i comodi della vita umana, ed i popoli vinti venivano civilizzati dalle mani medesime, che gli avevano soggiogati. Augusto terminata la conquista della Rezia ordinò, come attesta Strabone lib. IV., che aperte fossero ed appianate nuove strade, e riparate, e ridotte in miglior forma le antiche vincendo, per quanto fosse possibile, gli ostacoli, che la natura de’ luoghi opponeva. Egli ordinò, che fossero presidiati con soldatesche i castelli, e vi fossero posti per tutto Speculatori, come rilevasi da più lapide, che ancor esistono, onde assicurare e mantenere l’ordine e la tranquillità pubblica.

Erano celebri in Roma i vini Retici, de’ quali soleva usare Augusto, e le viti Retiche rammentò Virgilio, il quale pare che giudicasse il loro vino unicamente inferiore al Falerno. Fa fede anche Strabone, che il vino Retico non cedea la palma ai più lodati vini d’Italia, e che a’ piè de’ monti Retici proveniva. Il Marchese Maffei nella Verona illustrata vuole, che tal vino sì rinomato si facesse in un certo luogo del Veronese. L’Abate Quadrio pretende, che i vini Retici fossero quelli della Valtellina, ed il sig. Clemente Baroni nel suo libro intitolato Idea della storia della Valle Lagarina pretende, che fossero quelli d’Isera; ma altri potrebbero pur dire, che forse erano i vini di San-