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nunziò a S. Vigilio la di lui morte, ed altre tali cose, ella non è che un impasto di favole e d’imposture. L’Abate Tartarotti disse pur con ragione esser falso, che S. Romedio fosse coetaneo di S.Vigilio, falso ch’egli fosse conte di Thaur, e che malgrado di tutto ciò, che di lui hanno scritto il Radero Bavaria Sancta ed altri scrittori, egli è tuttavia ignoto ed incerto, di qual paese egli fosse, ed in qual tempo vivesse1; ma l’Abate Tartarotti ebbe il torto, allorchè s’indusse a credere, che il nostro S. Romedio fosse un santo immaginario, e che quello, che veneravasi anticamente, e venerasi pur ora nella Naunia, altri non sia che S. Remigio Vescovo di Reims, chiamato talvolta anche Remedio. Nel Santuario di S. Romedio in Val di Non conservansi tuttora le reliquie o le ossa tanto di lui, quanto de’ suoi due servitori o compagni Abraam e David, nè sicuramente le ossa di S. Remedio Vescovo di Reims furono dalla Francia trasportate mai nell’Anaunia. Il Padre Bonelli in una Dìssertazione inserita nel volume terzo delle sue Notizie istorico-critiche della chiesa di Trento ha raccolta una lunga serie d’antichi Scrittori italiani e tedeschi, e de’ calendari di molte chiese, ne’ quali menzion fassi del nostro S. Romedio, e co’ quali

  1. Apologia delle Memorie antiche di Rovereto pag. 315 e segg.